Ci sono viaggi che sembrano straordinari e arroganti al tempo stesso, che non sanno stare in silenzio, che ti chiamano, che ti strattonano e ti costringono a seguirli, perché sanno che lo stanno facendo per te, per la tua anima. Sono quei viaggi sfacciati, improvvisi, quasi di impulso, che a volte, non sai perché, ti danno quasi fastidio mentre stritolano il tuo cuore e la tua testa, ma poi sanno trasformarti e sono in grado di lasciarti più di quanto ti hanno tolto.
I viaggi che non chiedono il permesso prima di entrare, che si presentano a cena a mani vuote, ma che ti fanno vivere una delle serate più divertenti della tua vita. Sono i viaggi che ti fanno fare quello che vogliono, ai quali non puoi restare indifferente.
E poi ci sono quei viaggi freddi, che si avvicinano a te in punta di piedi, che ti sussurrano che c’è quella possibilità di acquistare un biglietto aereo e partire, certo che c’è, ma solo se lo vuoi davvero, perché non ti costringerebbero mai. Perché non è loro compito farlo. E se non vuoi partire tu ci sarà qualcun altro che lo farà.
Fragili e distaccati, la loro discrezione ti stupisce e ti fa dire “va bene, andiamo, mi fido”.
Come un migliore amico. Come il migliore amico. Quello che sa quando è il momento ideale per prenderti a schiaffi con le parole e con lo sguardo e quando invece trattarti come fossi un petalo di un fiore che sta per spegnersi e che deve ritrovare il modo per rifiorire.
Il viaggio è quel migliore amico che c’è, anche quando non c’è, anche quando fisicamente si trova a migliaia di chilometri di distanza, ma sa farti arrivare la sua presenza in qualche modo. Quello che se deve dirti qualcosa che ti farà incazzare, non aspetta, ma resterà comunque al tuo fianco quando i tuoi nervi si spezzeranno e andranno in mille pezzi. Quello su cui sai di poter contare, quando sembra che la vita ti stia scivolando tra le mani.
Quel migliore amico che ti fa pensare che puoi avere un fratello o una sorella in più, anche se non ha il tuo stesso sangue. Ma a volte ci sono cose che vanno oltre.
Il viaggio è il miglior amico casinista e quello silenzioso, quello che quando parte la musica sale in piedi su un tavolo e trascina tutti e quello che resta fermo in un angolo mentre tutti ballano, quello con cui trascorri una notte in auto con i finestrini abbassati e una birra in mano, fermi in un parcheggio, e quello con cui condividi un concerto a cui tenevi da tempo, è l’amico che sicuramente ti ha tradito e ti tradirà, ma che sa chiederti “scusa” come nessuno ha mai fatto e sa che non bastano due parole.
Il viaggio è il migliore amico che tu scegli e, come l’amicizia, non è mai perfetto. Non gli interessa di farti stare a tuo agio in ogni situazione, ma sa che è lì per aiutarti a stare meglio, per darti una mano a nutrire la tua anima. E lo fa senza chiederti nulla in cambio, perché il tuo sorriso è già abbastanza e ha già riempito ogni spazio vuoto.
Ma non è solo questo.
Il viaggio vero è anche quello che non percorre solo le strade asfaltate, ma ti obbliga a seguirlo nei sentieri sterrati, quelli dove le indicazioni sono cancellate o sbiadite, quelli che le cartine preferiscono evitare, perché “non si sa mai”. Perché sa che quel percorso te lo ricorderai per tutta la vita, anche se ti avevano detto che non potevi andarci, che era meglio stare alla larga dalle strade non perfettamente tracciate.
Come un migliore amico, ti mette alla prova, ti abbandonerà per alcuni istanti, ma senza allontanarsi troppo, restando a pochi metri da te, per poter correre in tuo aiuto. A volte sembrerà che ti stia lasciando, ma è solo per capire se hai abbastanza forza per attirarlo a te di nuovo, solo per capire se davvero anche tu non vuoi sentire la presa allentarsi. E ti farà perdere ogni certezza, perché sa che è necessario farlo per riuscire a liberarsi da ogni pregiudizio.
Il viaggio migliore sa eclissarsi quando incontrerai altre persone e vorrai condividere con loro qualcosa, senza provare invidia e gelosia. Perché ogni viaggio è un bacino di nuova vita, nuove conoscenze, nuove culture, che si ritrovano e si scambiano pezzi di esistenza. E non c’è niente di più bello: incontrare qualcuno per caso, mentre sei in un locale sconosciuto, in qualche posto lontano dalle classiche mete turistiche, e iniziare a parlare come se ci si conoscesse da anni. Qualcuno diceva che “un viaggio si misura in amici e non in miglia” e io penso che sia vero.
Il viaggio, però, non importa la destinazione o la distanza, sa quando è il momento di “metterti in trappola” e di costringerti a parlare con te stesso, con la tua anima, con il tuo cuore. Parlare e fare uscire tutto. Tutto quello che nascondevi, che non hai avuto il coraggio di dire, che hai voluto tenere nel cassetto delle parole non dette, per paura o per vergogna. Non hai più possibilità di nasconderti quando davanti a te c’è una parte di te. Devi dire qualcosa che va oltre le frasi di rito e devi essere il più sincero possibile, altrimenti sarà dura continuare a scontrarti con quella stretta allo stomaco che cerchi di coprire.
Il viaggio è quel migliore amico che non ti obbliga a scegliere, perché sa che non c’è sempre bisogno di prendere una decisione, ma che spesso due realtà possono convivere nello stesso spazio.
Come un migliore amico, il tuo viaggio è lì, accanto a te, perché nel tuo sguardo, nella tua anima, nelle tue parole e nei tuoi gesti, ha intravisto qualcosa. Con ogni viaggio che decidiamo di intraprendere, con ogni destinazione che decidiamo di raggiungere, vicina o lontana, c’è una connessione. Ogni viaggiatore lo sa. Il viaggiatore viene chiamato da un luogo, si lascia ispirare e vive le nuove mete con un’intensità incredibile.
Ogni viaggio sembra una vita a parte, sembra un nuovo pezzo di esistenza e c’è un’unione profonda tra viaggio e viaggiatore, come tra due migliori amici, che lo sono realmente, senza bisogno di dirselo. Qualcosa che non si può spiegare.
E durante la vita di tutti i giorni, anche quando si è in ufficio, o quando si è a casa, il viaggio, come un migliore amico, ha deciso di restare al tuo fianco, qualsiasi cosa succeda, anche se ci sono momenti in cui gli dici “non posso, ho da fare, non è il momento”.
Lui sa che può avere nel proprio bagaglio delle risposte che potrebbero servirti e sa che non esiterà a tirarle fuori quando tu ne avrai bisogno, anche senza bisogno di fare domande.
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