Chi ha detto che l’inverno non è la stagione giusta per fare trekking? Sicuramente ci sono degli itinerari che sono più consigliati in estate, per via del terreno più agevole e meno pericoloso, ma la montagna mette sempre a disposizione qualche nuova esperienza da vivere, anche con il clima più severo. In altri articoli vi abbiamo parlato delle diverse attrezzature che è bene avere con sé durante l’escursionismo e di come sia importante allenarsi anche nei mesi più bui, in modo da arrivare pronti per l’inizio della prossima stagione di escursioni. Ma ci sono delle gite che possono essere fatte anche in queste giornate così fredde? Certamente e oggi siamo pronti a presentarvene alcune. Ognuna di esse è adatta ad un livello specifico di abilità, in modo che chi è alle prime armi non si trovi poi in difficoltà, per aver scelto un’escursione al di fuori della sua portata. Nella scelta di queste diverse attività legate all’escursionismo invernale, abbiamo tenuto conto, in primo luogo, delle condizioni fisiche ottimali che si devono possedere, per poter avere successo e portare a casa un bel ricordo. Siamo ovviamente curiosi di sapere la vostra opinione in merito e di confrontarci con voi e le vostre personali esperienze. Vi auguriamo una buona lettura!
Trekking a bassa quota
Per quanto riguarda il tipo di escursione più facile che ci sia, il trekking a bassa quota vince la competizione anche con l’arrivo dell’inverno. Stando ad altitudini limitate, infatti, si evita di incontrare la neve e tutte le difficoltà che essa porta con sé. Per questo tipo particolare di avventura a piedi, le indicazioni da seguire non sono molto diverse rispetto a quelle che si devono tenere a mente in estate. Stare all’erta e calcolare bene il momento in cui farà buio, sono solo due delle tante accortezze che è bene non farsi sfuggire. L’abbigliamento, in questo caso, non ha bisogno di essere particolarmente tecnico: fino ai 1000 metri sul livello del mare ve la potete cavare con un buon paio di pantaloni felpati e una maglia termica che funzioni.
Entrando un po’ di più nello specifico, un paio di bastoni da trekking può essere molto utile, in quanto è in grado di dare stabilità anche in caso di qualche tratto innevato, di cui non si può mai escludere la presenza con assoluta certezza. Un consiglio che possiamo darvi è quello di camminare su tratti in cui la neve è più spessa, rispetto che sui punti in cui si sta sciogliendo copiosamente. Può sembrare controintuitivo, ma è molto più facile scivolare dove è in fase di liquefazione, piuttosto che negli spazi più densi.
Salire sulle cime più basse, ma con cautela
Si sa, vedere una cima da sotto non è mai come raggiungere la cima e ci sono molti escursionisti che anche di inverno non perdono l’occasione per conquistare qualche soddisfazione personale. Attenzione, però, perché cercare di raggiungere la punta di una montagna può non essere così facile e tornare indietro potrebbe rivelarsi ancora più complicato. Per questo livello di difficoltà, ci limiteremo a prendere in considerazione cime che raggiungono i 2500 metri di quota. Solitamente, la neve è bella compatta e i sentieri che portano in alto sono ancora riconoscibili. Per poter effettuare la risalita con successo e senza mettersi in pericolo è necessario essere dotati di ramponi e bastoni. Un buon modo per approcciare questo tipo di escursione è quello di non partire troppo lontano dalla cima. In questo modo, sarà più facile tornare indietro in caso di bisogno e raggiungere un punto sicuro.
Solitamente, la maggior parte di queste vette possono essere avvicinate parecchio e si può arrivare a qualche centinaia di metri di dislivello dalla punta. Insomma, secondo noi è meglio andare sul sicuro ed evitare inconvenienti, specialmente durante questo periodo della stagione. Tutto sommato, possiamo dire che questa tipologia di avventura è di media difficoltà e la consigliamo solo a chi ha già avuto esperienze a queste quote durante i mesi più caldi. Infine, una buona idea potrebbe essere quella di rimanere su montagne note, che si conoscono bene e con le quali si ha un buon “feeling”: sarà molto più semplice muoversi su di esse e prendere le decisioni giuste.
Salire in alta quota, essendo preparati
Quando si decide di abbandonare le quote più basse per dedicarsi ai giganti della montagna, allora si deve prendere coscienza di quanto ciò porti su un terreno completamente diverso rispetto a quello che si può vivere rimanendo sui 2500 metri. Una volta che si raggiungono i 3000/3500 metri sul livello del mare, tutto si fa più serio e ogni singola azione ha un peso molto maggiore, rispetto all’impatto che giocherebbe più in basso. Per salire su queste montagne occorre avere una preparazione alpina molto sviluppata a 360 gradi, essere in grado di affrontare anche le situazioni più scomode e mantenere la calma quando le cose non vanno per il verso giusto. Per quanto riguarda l’abbigliamento, in questo caso non si può lesinare ed è assolutamente necessario acquistare i capi più caldi che ci siano sul mercato.
Un buon paio di sci è imprescindibile e, forse, non si deve neanche più parlare di escursionismo a questo punto. In ogni caso, il nostro consiglio più grande è quello di tenere sempre a mente che la montagna non va da nessuna parte e che sarà lì anche domani, pronta a farsi conquistare: state attenti e, nel caso non foste sicuri, tornate indietro. Rinunciare, in ambiente alpino, non è mai un fallimento.
Queste, secondo noi, sono le opzioni a disposizione per chi vuole praticare l’escursionismo durante l’inverno. Essere più cauti del solito, portare con sé un bel tè caldo e avere delle scorte di cibo alla macchina, sono assolutamente dei “must”. Siamo molto curiosi di ascoltare le vostre esperienze invernali e i vostri consigli.
Articolo di Daniel Zanatta
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